Colpire le masse - La pubblicità - STEP #5

Viviamo in un'epoca storica dominata dalle pubblicità: in tv, sui giornali, su Internet e sui manifesti abbondano consigli per gli acquisti, campagne di sensibilizzazione o propaganda. In una società di massa come quella odierna, le pubblicità, nel bene o nel male, la fanno da padrona. Riescono infatti ad influenzare notevolmente i cittadini, specie quelle che colpiscono nella maniera più efficace. Quante volte abbiamo comprato qualcosa o agito in una determinata maniera solo perché una pubblicità ci ha colpito  a tal punto da farlo? A volte il segreto del loro successo lo si trova in montaggi video mozzafiato,  colonne sonore che catturano altre invece nella loro semplicità: basta una foto con frase ad effetto annessa. In questo post illustro due pubblicità che includono il senso del colpire in senso materiale e figurato. Vediamole.

Qualcosa di divertente - Lo spot del Buondì Motta

L'arma segreta della pubblicità è spesso quello di creare immagini o situazioni esilaranti ai fini di attirare l'attenzione di chi compra. Un esempio recente è la pubblicità della brioche Buondì Motta, che sul web da un lato ha suscitato ilarità, dall'altra ha scatenato polemiche. L' essere demenziale dello spot, in cui una donna viene colpita da un meteorite  scaturisce una domanda: fin dove può spingersi la pubblicità?






Colpire il nemico - I War Bonds

Durante la Seconda Guerra Mondiale il governo degli Usa mise in atto una campagna propagandistica avente lo scopo di incentivare l'acquisto di War Bond da parte dei cittadini americani. I War Bond erano titoli di debito attraverso cui il privato cittadino poteva prestare denaro allo Stato, il quale, nonostante l'emissione di denaro aggiuntiva finalizzata alla produzione bellica, evitava l'inflazione.








Esempi di propaganda 
di war bond. 
L'obiettivo era chiaro,
comprare voleva dire
colpire il nemico






La propagande statunitense abbracciava ogni settore. Ecco un chiaro riferimento ai war bond in un albo a fumetti Disney degli anni 40'.


Colpo di fulmine - Cupido - STEP #4













Antonio Canova, Amore e Psiche




Diego Velazquez, Venere Rokeby





Jacques-Louis David, Saffo e Faone


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Cupido (Eros secondo la mitologia greca), dio dell'amore carnale, dell'attrazione, della brama erotica e degli affetti, è una tra le figure della mitologia classica più iconiche dei giorni nostri. Il motivo per cui l'ho inserito nel blog va individuato in quella che è la sua caratterizzazione popolare: un bambino paffutello e alato che scocca la sua freccia provocando un incantesimo d'amore in chi viene colpito. Nelle proprie vittime viene generata una passione amorosa istantanea. Ecco un piccolo excursus temporale illustrante le varie sfaccettature assunte dalla divinità nel tempo e nelle arti.

Tra greci e romani - Eros /Cupido nel mito


La prima apparizione nel mito di Cupido è antichissima: risale infatti ai miti della creazione orfico e esiodeo. Nel primo lo vediamo come un ermafrodito con quattro teste (leone, toro, serpente, ariete), nato dall'unione di Nyx ( la Notte ) col vento spaziale. Nyx e Cupido generarono Gaia (o Tellure), ovvero il pianeta Terra, poi Urano, il Sole e la Luna. I due governarono l’universo prima di darlo ad Urano.
Nel secondo invece il dio sorse insieme a Gaia dal caos e la loro unione generò Urano. Nella Grecia Ellenica, Eros assume le sembianze del giovanotto armato di arco e frecce, ma è a Roma dove egli diviene il pargoletto che noi oggi conosciamo. Per i greci è il figlio di Afrodite, dea dell’amore e di Ares, dio della guerra.
Eros compare nel mito di Apollo e Dafne, in cui egli, per vendicarsi delle offese subite da Apollo, colpì quest’ultimo con una freccia d’oro, facendolo innamorare di una ninfa che venne però a sua volta centrata da un dardo d’argento, simbolo dell’amore non corrisposto. Per sfuggire alle avances di Apollo, Dafne si trasformò, per opera del padre Peneo in un albero, gettando l'innamorato nella disperazione.
Cupido è inoltre protagonista nella vicenda di Amore (ovvero Cupido) e Psiche, la cui straordinaria bellezza suscita l'ira di Venere, madre di Cupido, ordinandogli di far innamorare la giovane del più brutto del mondo. Per errore, Cupido si colpisce da solo, innamorandosi della ragazza. Tra i due si instaura un amore passionale vissuto di notte in cui Cupido sceglie di tenere il suo volto e la sua identità celati. Psiche, curiosa, illumina il viso dell'amato provocandone la fuga. La giovane, tra varie ricerche, si reca dalla madre, con l'intenzione di riottenerlo, cosa che sarebbe avvenuta solo in caso di superamento di tre sfide complicate. Psiche con diversi aiuti riesci nell'intento, finché Venere le ordina di recarsi agli Inferi per chiedere a Prosperpina parte della sua bellezza. Nel cofanetto che le viene dato vi è l'inganno. Venere lo apre cadendo in un sonno profondo. Cupido chiede l'intervento di Giove, che risveglia l'amata concedendo ai giovani la vita eterna.






 
Caravaggio, Amor Vincit Omnia

Colpo d'occhio - Colpire in un'immagine - STEP #3

Quella che vedete è un'immagine realizzata con il sotfware mobile PicsArt attraverso un collage di immagini ricavate dai meandri del Web. L'obiettivo è quello di generare una vignetta secondo lo stile Pop Art dei fumetti. Dietro la schiettezza e la spontaneità dei colori vivaci , delle onomatopee e delle figure si cela la cruda espressione del colpire.






Colpo di scena nella storia di "colpo" - La storia del giovane Opro e del suo maestro Colafo - STEP #2


Se hai letto il post precedente, saprai che il termine "colpo" trova le sue origini nel termine latino "colaphus", il quale a sua volta discende dal greco "kolaphos". Quello che mi accingo a raccontare è un breve racconto, da cui mi piace dire sia stato coniato il suddetto termine. La storia è liberamente tratta dalla commedia di Epicarmo "Il Rustico" di cui restano solo frammenti disparati. Al commediografo è infatti attribuita la figura di Colafo, che compare nel testo, oltre alla presenza di un padre e di un figlio provenienti dal mondo agreste. I restanti elementi della trama sono solo frutto della fantasia.


Siracusa, V secolo a.C. In una campagna siracusana, locus amoenus in cui regnavano la pace e la tranquillità, il cui verde era trafficato dai pascoli di greggi di pecore e di bovini; dove gli adulti portavano avanti con cura e dedizioni i propri terreni, e quelli in tenera età si divertivano.
Era un posto ai limiti del surreale in cui la vita si rinnovava di generazione in generazione senza che nessuno si facesse alcune domande. I genitori tramandavano ai propri figli il culto per le divinità del raccolto insieme alle tecniche lavorative. Lì si viveva felici, puri, e incontaminati dai vizi e dal caos delle città.

Proprio in questa rustica realtà vivevano Opro e suo padre Villico. Entrambi avevano subìto la perdita della rispettiva madre e moglie, venuta a mancare nel momento in cui dava alla luce il piccolo Opro. Nonostante la tragica perdita, il ragazzo era venuto su nel migliore dei modi. Aveva ereditato in pieno i valori che il genitore gli aveva inculcato: l'operosità, l'amore per il luogo in cui viveva e per il lavoro che svolgeva,  l'onestà verso il prossimo. Insomma, Opro era davvero un ragazzo esemplare.
Anche Villico era eternamente grato agli dei per il figlio d'oro che gli avevano regalato.

Ma nonostante la gigante dedizione che Opro metteva nell'aiutarlo, la sua prontezza nell'obbedirgli e il suo grande cuore, l'uomo pensava che al suo pargolo mancasse qualcosa per migliorare la persona che era: una cultura. Insomma, Opro era già perfetto, ma egli credeva che restare chiuso nella quotidianità del mondo campagnola per sempre alla fine gli avrebbe nuociuto. Spesso gli giungevano  
notizie di grandi persone amate e rispettate dal popolo. Voleva dunque che la buona volontà del figlio potesse essere applicate in qualche campo in modo tale da farlo diventare "un grande". E' per questo che Villico fece trasferire il figlio in città dove fu affidato alla prima persona che egli ritenne idonea, il maestro Colafo. Villico non sapeva nulla di lui, ma per quanto maestro non poteva fare altro che migliorarlo.

 La verità, era un'altra: Villico era ignaro del fatto che Colafo fosse conosciuto per essere un maestro aggressivo che non esitava ad usare le mani; il suo fare manesco era abbastanza noto in città.  Più che un educatore, sarebbe più corretto definirlo un domatore o aizzatore. Puntava a far in modo che nella sua scuola non si formassero ragazzi che egli definiva "banali" o "burattini", ovvero imbevuti di quell' etica falsa, ipocrita e meschina come lui la definiva: voleva dare vita ad una generazione di ragazzi rivoltosi pronta a dar fuoco al mondo preesistente e portare in auge valori animaleschi, bellici, crudi. Ogni volta che un ragazzo non era conforme al modello che egli aveva in testa, veniva prontamente colpito alla testa, perché  era lì che doveva avvenire la svolta psicologica: tutta una questione di testa. Dopo un anno di lavaggio di cervello, arrivò il fatidico momento in cui Opro rivide suo padre: inutile dire che Villico non ci mise più di qualche secondo per capire che il suo primogenito non era più la stessa persona, era piuttosto diventato un mostro.


 I litigi nella loro umile dimora abbondavano, due mentalità diverse si torturavano a vicenda in un continuo battibecco. Villico prese ben presto una ferma decisione : vietò al figlio di frequentare Colafo. Pensò inoltre che farlo tornare a lavorare duramente avrebbe ripristinato il buon vecchio Opro. In un primo momento sembrò  andar tutto bene, finché Opro, impegnato nel lavoro, risentì in mente tutte le parole, e risentì sulle ossa il dolore dei colpi del suo maestro. A quanto pare gli erano rimaste ben impressi. "Nessuno scrupolo","Abbatti il sistema","Ribellati" tuonavano nella mente del ragazzo. Così Opro, in un raptus di follia, colpì a morte il padre. In quel momento si sentì come sollevato da un macigno. Ritornò immediatamente dal suo mentore.


Quelle che in un primo momento sembravano solo lezioni di vita, divennero azioni. La classe di Colafo divenne un'associazione a delinquere. I ragazzi agivano di nascosto colpendo gli abitanti della città, diventando l'incubo dei siracusani. Essi sentivano nei propri cuori di agire secondo nobili ideali, inconsapevoli del male che creavano. Il tutto si portò avanti finché si scoprì che alla base dell'atteggiamento rivoltoso dei ragazzi vi era Colafo, che fu condannato a morte. Il colpo alla testa con cui Colafo educava gli studenti, che si tramutò poi nell'azione criminale della banda rimase sulla bocca dei siracusani tanto da definire il pugno o schiaffo "kolaphos"(Colafo). Il termine si diffuse in Europa e, amalgamato ad altre influenze, è passato a noi in eredità come "colpo".


Colpo da maestro - Colpire nella Letteratura Italiana - STEP #1 2-bis


Quelle che vedi elencate in basso sono alcune tra le più famose citazioni contenenti il nostro vocabolo e/o forme simili



"Questa parola... gli risvegliò più vivamente e più distintamente i senti­menti ch’eran confusi e affollati nel suo animo: dolore dell’amico, sgomento e rimorso del colpo che gli era uscito di mano, e, nello stesso tempo, un’angosciosa compassione dell’uomo che aveva ucciso. "

"I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni



"Tre volte la timida mano alzò il coltello per te colpire
e tre volte insieme coll’empio coltello ricaddi in sul letto.”
"Pistole" di Orazio

Nel VII cerchio dell'Inferno dantesco gli usurai
erano colpiti da una pioggia di fuoco. Chiaro esempio
della legge del contrappasso.

“La fede ha il primo colpire 
nella battaglia spirituale.”
"Trattato delle virtù"



"Un’aura dolce, sanza mutamento 
avere in sé, mi feria per la fronte
non di più colpo che soave vento."
"Purgatorio" di Dante Alighieri



"Accorata, affannata, atterrita sempre più nel vedere che le sue parole non facevano nessun colpo, Lucia si rivolse a Colui che tiene in mano il cuore degli uomini."
"I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni



"Ah, che cosa mai potrebbe avvicinarti a me?... Un gran dolore, forse: un colpo improvviso, una delusione cruda, un male irreparabile. "
"Il Fuoco" di Gabriele d’Annunzio



"L’automobile partì e rapidamente passò tra i tronchi nudi degli alberi del viale; il sole, i rami pendenti, il vento colpirono varia­mente quelle due teste immobili."
"Gli Indifferenti" di Alberto Moravia



“Sfrenò l’invidia, e contra i tuoi sistemi
Indarno trasse in campo e Luca e Marco.
Empi! che di ragione i divi semi
“Spegner tentaro ne gli umani petti,
E colpirono il ver con gli anatemi.”
"Poesie giovanili" di Alessandro Manzoni



Alla radice del colpo - Step #1 1bis

Vi siete mai chiesti che viaggio abbia compiuto il linguaggio umano per partire dai semplici versi dell' uomo primitivo ed arrivare ai vocabolari multilingue del nostro presente?
Annidata in ogni parola vi è la sua etimologia, che ne indaga proprio la sua storia. Quello che propongo in questo post è un'indagine sui vari modi di scrivere "colpire" nel tempo e nello spazio.


La storia

Le prime fonti risalgono all' antica Grecia dove lo schiaffo era definito "kolaphòs", il quale sfocia nel "colaphus" latino tramutato poi in "colpus", ovvero il colpo a mano chiusa . Tuttavia in questa situazione vi è anche una strada fuorviante parallela alla suddetta.  Esistono termini europei che seppur leggermente diversi dal punto di vista del significato, sono molto simili a livello fonico. Tra questi abbiamo il "clap" inglese, il "kloppen" fiammingo, e il "klopfen" tedesco (derivante) dall'antico "kolbo" i quali hanno lo stesso significato, cioè "battere".  Gli studiosi sono propensi a far valere però l'origine classicista del termine.

Per saperne di più ----> Etimo




Oggi nel mondo


Inglese - hit

Francese - frappér

Tedesco - schlagen

Spagnolo - golpear

Russo -ударил (udaril)

Portoghese - acertar

Cinese - 擊中 (Jí zhòng)

Arabo - نجاح (najah)

Giapponese - ショット (Shotto)

Hindi - शॉट (shot)

Arabo - لقطة (laquta)

Bengalese - শট (Śaṭa)


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Colpire nel segno, STEP#1

<<Colpire, ovvero?>> - Iniziamo la nostra avventura


Colpire, sì, ma in che senso? Colpiamo a rete giocando a calcio , ci innamoriamo con un colpo di fulmine, un paesaggio mozzafiato ci colpisce tanto da privarci della parola. E' evidente che tale verbo nella nostra lingua è utilizzato in una miriade di situazioni, con accezioni spesso biunivoche.

Diamo il primo colpo di piccone, e definiamo, per quanto si può, di tracciare i significati del verbo a colpi di vocabolario.
Per facilitare l'operazione, andrei a sottoscrivere i significati del verbo a due macrocategorie.


La prima di queste è quella che vede il termine inteso nel suo significato più pratico, quello "materiale". Il "colpire" a cui mi riferisco è il verbo transitivo per cui si intende percuotere, battere o ferire qualcosa o qualcuno, attraverso una determinata tecnica o un determinato strumento: 

"c. con la spada, con un bastone, con un pugno; fu colpito in fronte da un sasso; la tegola l’ha colpito sulla testa; una palla nemica lo colpì al cuore; c., non c. il bersaglio; nel calcio, c. il pallone di piede, di testa, al volo." (Treccani)

La seconda è quella che si rifà al senso figurato del vocabolo: il colpo non avviene ai danni di qualcosa, ma a livello psicologico.
Infatti spesso usiamo "colpire" per indicare un danno recato al morale umano. Varie le situazioni in cui il termine è utilizzato.
Ho qui elencato, con accurato riferimento al dizionario di lingua italiana, le varie accezioni in tal senso accompagnate da opportuni esempi:

- ferire nell’intimo, provocare grave dolore: il suo comportamento mi colpisce profondamente;


- essere colpito nei propri affetti più cari (per es., per la morte di un congiunto);


- colpire uno con un’allusione, con un discorso, mirare a danneggiarlo, o a irritarlo, riuscendo a ottenere l’effetto voluto; c. uno nel vivo, in ciò in cui è più suscettibile: quella frase l’ha colpito nel vivo;


-gravare:" l’imposta colpisce soprattutto i piccoli proprietarî; i profitti di guerra furono colpiti da una forte imposta";

-di una disposizione di legge e sim., essere rivolta contro qualcuno o qualche cosa: "provvedimento che colpisce soprattutto il contrabbando, o i contrabbandieri";


-sottoporre a pene, infierire su qualcuno: "il governo oppressore colpiva duramente chiunque fosse sospetto di cospirazione";


-fare profonda impressione: "rimase colpito dalla stranezza del racconto; mi colpì profondamente la notizia della sua morte; fui colpito da tanta audacia; egli stesso fu subito colpito dal suono della parola che gli era uscita di bocca (Manzoni)".

Informazioni tratte dalla voce "colpire" del Dizionario Treccani

Colpo di coda - The End - STEP #25

Quello che state leggendo è difatti l'ultimo post del mio blog. Step by step siamo infatti giunti alla fine di questo percorso che mi ha...