Colpo di fulmine - Cupido - STEP #4













Antonio Canova, Amore e Psiche




Diego Velazquez, Venere Rokeby





Jacques-Louis David, Saffo e Faone


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Cupido (Eros secondo la mitologia greca), dio dell'amore carnale, dell'attrazione, della brama erotica e degli affetti, è una tra le figure della mitologia classica più iconiche dei giorni nostri. Il motivo per cui l'ho inserito nel blog va individuato in quella che è la sua caratterizzazione popolare: un bambino paffutello e alato che scocca la sua freccia provocando un incantesimo d'amore in chi viene colpito. Nelle proprie vittime viene generata una passione amorosa istantanea. Ecco un piccolo excursus temporale illustrante le varie sfaccettature assunte dalla divinità nel tempo e nelle arti.

Tra greci e romani - Eros /Cupido nel mito


La prima apparizione nel mito di Cupido è antichissima: risale infatti ai miti della creazione orfico e esiodeo. Nel primo lo vediamo come un ermafrodito con quattro teste (leone, toro, serpente, ariete), nato dall'unione di Nyx ( la Notte ) col vento spaziale. Nyx e Cupido generarono Gaia (o Tellure), ovvero il pianeta Terra, poi Urano, il Sole e la Luna. I due governarono l’universo prima di darlo ad Urano.
Nel secondo invece il dio sorse insieme a Gaia dal caos e la loro unione generò Urano. Nella Grecia Ellenica, Eros assume le sembianze del giovanotto armato di arco e frecce, ma è a Roma dove egli diviene il pargoletto che noi oggi conosciamo. Per i greci è il figlio di Afrodite, dea dell’amore e di Ares, dio della guerra.
Eros compare nel mito di Apollo e Dafne, in cui egli, per vendicarsi delle offese subite da Apollo, colpì quest’ultimo con una freccia d’oro, facendolo innamorare di una ninfa che venne però a sua volta centrata da un dardo d’argento, simbolo dell’amore non corrisposto. Per sfuggire alle avances di Apollo, Dafne si trasformò, per opera del padre Peneo in un albero, gettando l'innamorato nella disperazione.
Cupido è inoltre protagonista nella vicenda di Amore (ovvero Cupido) e Psiche, la cui straordinaria bellezza suscita l'ira di Venere, madre di Cupido, ordinandogli di far innamorare la giovane del più brutto del mondo. Per errore, Cupido si colpisce da solo, innamorandosi della ragazza. Tra i due si instaura un amore passionale vissuto di notte in cui Cupido sceglie di tenere il suo volto e la sua identità celati. Psiche, curiosa, illumina il viso dell'amato provocandone la fuga. La giovane, tra varie ricerche, si reca dalla madre, con l'intenzione di riottenerlo, cosa che sarebbe avvenuta solo in caso di superamento di tre sfide complicate. Psiche con diversi aiuti riesci nell'intento, finché Venere le ordina di recarsi agli Inferi per chiedere a Prosperpina parte della sua bellezza. Nel cofanetto che le viene dato vi è l'inganno. Venere lo apre cadendo in un sonno profondo. Cupido chiede l'intervento di Giove, che risveglia l'amata concedendo ai giovani la vita eterna.






 
Caravaggio, Amor Vincit Omnia

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